Anna Magnani
è stata una delle attrici che ha solcato il ‘900 con il marchio a fuoco. Per
lei bastano due film: Roma città aperta,
di Roberto Rossellini, suo mentore e amante che poi tradirà Anna, e La rosa tatuata, film che le valse l’Oscar.
Anna Magnani
non incarna solo un’icona di donna, ma incarna un’intera città, Roma e anche
tutto il sud.
Di lei il grande
Fellini, nel film Roma, disse che era
“Il simbolo della città, una Roma vista come lupa e vestale, aristocratica e
stracciona, tetra e buffonesca”. “Potrei continuare fino a domattina”, disse poi
il Grande Regista all’Attrice che entra in un palazzo di sera e lei, di rimando
disse: “A Federì, vai a dormì va’!” “Ma, posso farti una domanda?” “No, nun me
fido, notte!”
'O surdato 'nnammurato è una delle più famose canzoni in lingua napoletana, scritta dal poeta Aniello
Califano. Il testo fu scritto dal cittadino Santegidiese e musicato da Enrico Cannio nel 1915.
La canzone descrive la tristezza di un soldato che combatte al fronte durante
la Prima guerra mondiale, che soffre
per la lontananza dalla donna di cui è innamorato.
Delle tante
versioni ho descritto e preferito quella cantata dalla Magnani nel film La sciantosa, dove Anna appare vestita
da miss Italia, con la corona e il vestito tricolore, decisa a cantare un’altra
canzone; ma poi, nel teatro, vista la platea piena di soldati provati
moralmente e fisicamente, interpreta il brano del soldato innamorato, con un
giovane massimo Ranieri che suona dietro lei.
“Chi canta
non si emoziona mai”, può affermare Morgan e, “Solo se sei felice puoi far
commuovere”, incalza Benigni, ma qui Anna Magnani, con voce fioca e rotta,
piange disperata nel finale struggente. Un ricordo importante della indimenticabile
musa Anna Magnani, così umile, così grave.