Appartenere a
un mondo a parte è una vertigine che t’inebria.
San Giuliano
non è un continuum con la magna
Rimini, è uno zig zag incontrollabile, un punto interrogativo spigoloso tra
l’uguale di altre città.
Rivabella,
Marebello Bellariva, Rivazzurra. Nossignori, nella Rimini dei mangiapreti
esiste San Giuliano, sia Borgo, sia Mare, sia nel mezzo. La triade, un po’ come
La Divina Commedia, un po’ come le Sacre Scritture. Come l’Assoluto o l’Ignoto.
Tutto è
piano, tutto è simile: dalla Via delle Regine non ti sposti mai. Fin che arrivi
a San Giuliano Mare
Ora, con la
Darsena, non è più il ripostiglio salvifico per i matti, i lettori o per gli
amanti del mare, non più la piccola dogana tra le feroci mura, la Berlino
Romagnola. No, è una cosa a sé, un bijoux incastonato nell’Inferno senza curve.
Il Paradiso per pochi o per tanti. Per tutti.
Per gli
amanti della nicchia è un posto perfino commovente: i nuovi ristoranti, con
personale e proprietari giovani, i vari bar e le gelaterie, anche i vecchi
esercizi, con responsabili che si tramandano le consegne da almeno tre
generazioni. La signora dei vestiti, bionda e agghindata come se fosse a un
matrimonio o in una discoteca di cui ancora non si sente olezzo, ma c’era un
tempo, è la nipote della Cesira, della Mirca. E ha figli che si chiamano non
più Loris e Mirko, ma Maicol e Manuel. Il nuovo che avanza. Tra la gelateria
nella parte sinistra e l’ultimo bar a destra, è passata tutta Rimini, l’Europa,
il Mondo. E in mezzo c’è il futuro. Le nuove Linde (ricordate il nome più in
voga tanti anni fa? Linda?) vestite con maglietta rosa, seno prosperoso e
infradito rosa, che aspettano ragazzi che sembrano musulmani, con barba e
capelli incolti e camicie bianche o fluorescenti. Ma dal fisico e dalla parlata
veloce, con la esse strascicata, intuisci che sei a casa.
Gli anziani
sostano nella ormai storica, mitica Piazzetta della Balena, e poco più in là,
uno stuolo di ragazze etniche celebrano le danze, il cibo e la musica e -
perché no? – anche un archetipo di una sensualità vicina e piacevole.
Poi, se vai
nella passerella del mare, ma in effetti erano tanti anni fa, con la calabrese
riccioluta che voleva la novità e voleva te, incontri gente variopinta,
ristoranti rinomati e targhettati, bar di lusso, baretti, negozietti che
vendono di tutto, sale giochi. Non sei a Rimini dove tutto è caos, o a
Riccione, ma sei nella terza città della Romagna Nuova, a San Giuliano Mare.
La Darsena,
che profuma di mare, dove la vista s’infrange ma si allarga con la Ruota di Rimini
che spicca maestosa, i mercatini e la sabbia che entra nei polmoni, offre ogni
sera spettacoli sempre attuali, e qualcuno ancora vede, oltre alle sagome
familiari di - che so? – Gnassi e Vitali, i vecchi che hanno dato tanto per
dipingerla così bella, i vari Bartolani, De Nittis eccetera.
C’è di tutto
in pochi metri, l’amarcord e il futuro. Sta a voi coglierlo e assaporarlo.
Piano piano, senza fretta, con calma. L’ostrica si gusta con pacatezza,
sentendo con la lingua se sussiste la perla, nel mezzo, intonsa. Com’è San
Giuliano Mare.
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