mercoledì 22 ottobre 2014

Notte di luna piena: nasce il bambino.

In giro a Rimini si notano tante donne in gravidanza. Spesso sono trentenni che, anche se qualcuna non ha il lavoro, si prendono il tempo per fare un figlio, e poi si vedrà.
Purtroppo le trentenni di adesso, quasi le nostre figlie, non sono come le nostre madri, donne “trattori” che travolgono e travolgevano tutto e tutti, ma al contrario sono fragili esseri che però hanno in esse il desiderio forte di maternità.
Non c’è nessuna che non abbia problemi durante la gravidanza: macilente, nervose, però poi sanno il compito che avranno nella vita e portano lo stato di donna incinta con fiducia e spensieratezza.
Mettere al mondo un figlio oggi potrebbe sembrare un trauma: il lavoro che manca, i focolari di guerra nel mondo, il terrorismo, ma le donne italiane, da sempre dotte e con l’istinto materno, esaudiscono un bisogno, direi nobilissimo, che è il partorire.
La notte del 7 ottobre l’ospedale infermi di Rimini era battuto dai raggi di una luna piena e si sa, l’arancia enorme aumenta le nascite. Tutte le puerpere uscivano con in loro bimbo in carrozzina, Giada no.
Eppure ha fatto di tutto per prepararsi al meglio per questo evento, tipo corsi di yoga, bagni in piscina, ginnastica prenatale. Ha persino assoldato un’ostetrica naturopata per far nascere il maschietto in piena armonia con la natura e con se stessi.
Ma il figlio di Giada non veniva fuori, lei era nervosa, sbraitava con il marito, la mamma e la nonna, tutto sommato il nervoso pre-parto. L’ostetrica, dal carattere non proprio ineffabile, ha litigato con una dottoressa che, con estrema attenzione, toccava il corpo di Giada per farla partorire naturalmente.
Ma, dopo molti tentativi non andati a buon fine, a un certo punto il ginecologo ha rotto gli indugi e, visto che non si rompevano le acque, ha portato la trentenne in sala operatoria.
Il parto è avvenuto infatti col parto cesareo, e il bambino è bellissimo. La grande preparazione fisica e psicologica è servita per sopportare l’operazione. Le fragili trentenni di oggi, che erano a pari condizione con le ventenni di ieri, perché si sa che ora si figlia sui 30 anni, sono sì stralunate e un po’ sfortunate, ma con il figlio in braccio sembrano pantere pronte a colpire.
Il micio di Giada non mangiava da 7 giorni, aspettava la padroncina che l’aveva tirato su quando era piccolo e malato; ma ora Giada è a casa, la notte di luna piena ha funzionato anche con lei. Nottate dei parenti al suo capezzale sono dimenticate quando il bambino, dopo due giorni di catalessi perché la mamma ha fatto l’anestesia e la puntura epidurale, strilla e orina un po’ in ogni dove, senza ritegno, per il divertimento della giovane nonna, anche lei tigre a suo tempo.
Fate nascere i bambini nelle notti di plenilunio, come i tanti “bilancini” del 7 ottobre, e se mettete da parte i guai tipici della fragilità delle trentenni per il parto che, naturalmente, è sempre un’incognita, gioite con lei e il nuovo nato che con i loro sorrisi fanno sembrare la luna sempre più grande e la crisi sempre più piccola, per fabbricare un futuro migliore.


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