lunedì 7 luglio 2014

La Notte Rosa a Rimini. Ennesimo incontro, stavolta con i patiti del suicidio nella ciclabile.

A Rimini si svolgono innumerevoli raduni. Quelli più gettonati sono gli incontri tra le auto d’epoca e le Vespa. Non vi dico l’aria irrespirabile e il patema tra la folla, che va oltre il mero interesse.
Il raduno dei suicidi si svolge da due anni nella pista ciclabile del Lungomare di Rimini, fino al bagnino 100, perché chi volesse arrivare di là è già stato estrapolato dall’Ultima Cena, un discepolo di Cristo. Un miracolato o uno che compie miracoli.
Una donna, sui 60 anni, Germana, che conosco da anni, purtroppo ha un livello di osteoporosi un po’ alto, domenica cosa fa? Va all’incontro degli aspiranti suicidi. Solamente che non conosceva il perché di siffatto traffico.
Pedala nel marciapiede che dal Porto porta al 100 (ricordate? Limite invalicabile), a sinistra sono parcheggiati alcuni scooter, anche belli grossi, davanti c’è un bel risciò, con tanto di ragazzetti posseduti dal demonio (ma i genitori che fanno? Danno da mangiare al gatto a quell’ora?), dietro c’è un ciclista, vestito da ciclista, appunto, e incazzato forse più di lei. Germana (nome che “dovrebbe” essere sinonimo di coraggio: tipo: i prodi germanici!) cosa fa? Imbottigliata da tutte le parti, pensa di scendere nella ciclabile asfaltata, generosamente per dare pista agli altri. Quindi cerca di rientrare nella ciclabile contromano almeno per dieci centimetri, verso destra, perché non c’è nessuno. Ma ecco la libidine dei suicidi, l’orgasmo del sadico, il piacere del masochista: per entrare nella pedalabile asfaltata c’è un piccolo marciapiedino, un piccato listello in cemento. Io li ho contati, ce ne sono tanti uguali tranne due nella pedalabile fino al 100 (Il Purgatorio), in modo che tu scenda bene e puoi pedalare dall’altra parte. Insomma non è in piano, si rischia una caduta, perché hanno fatto un simile lavoro? Germana P, (P forse come poveretta) non fa in tempo a fare questo ragionamento, attinente invece all’incontro che proprio lì si compiva, con lei ignara, il raduno dei suicidi, cade per il listello di cemento e si rompe un gomito, tra un tripudio di bandiere rosse, colorate come il sangue.
Non bastava l’osteoporosi, non bastava la sessantina di anni, neanche la meritata pensione, foriera di solito di guai, agguantata un po’ prima! No, c’era ad attenderla pure la rottura del gomito e la conseguente bella ingessatura. Chissà perché le ingessature sono tutte belle, come la doccia: vado a farmi una “bella” doccia.

Domani c’è la Notte Rosa e il raduno non so dove si sposta. Non certo sul Lungomare in cui, se per caso una persona volesse rovinare a terra vittima di un collasso, neanche potrebbe perché non c’è il posto per cadere nel pigia pigia generale della Notte Grigia. Sì, è Rosa solamente per i giovani, ebbri di “feste salutari” come la Molo Street Parade e il Convegno degli inquinatori. Basta merda sul Lungomare, viva la tranquillità di una gustosa biciclettata nel fresco della sera riminese e auguri, cara Germana. 

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