A Rimini si
svolgono innumerevoli raduni. Quelli più gettonati sono gli incontri tra le
auto d’epoca e le Vespa. Non vi dico l’aria irrespirabile e il patema tra la
folla, che va oltre il mero interesse.
Il raduno dei
suicidi si svolge da due anni nella pista ciclabile del Lungomare di Rimini,
fino al bagnino 100, perché chi volesse arrivare di là è già stato estrapolato
dall’Ultima Cena, un discepolo di Cristo. Un miracolato o uno che compie
miracoli.
Una donna,
sui 60 anni, Germana, che conosco da anni, purtroppo ha un livello di
osteoporosi un po’ alto, domenica cosa fa? Va all’incontro degli aspiranti
suicidi. Solamente che non conosceva il perché di siffatto traffico.
Pedala nel
marciapiede che dal Porto porta al 100 (ricordate? Limite invalicabile), a
sinistra sono parcheggiati alcuni scooter, anche belli grossi, davanti c’è un
bel risciò, con tanto di ragazzetti posseduti dal demonio (ma i genitori che
fanno? Danno da mangiare al gatto a quell’ora?), dietro c’è un ciclista,
vestito da ciclista, appunto, e incazzato forse più di lei. Germana (nome che
“dovrebbe” essere sinonimo di coraggio: tipo: i prodi germanici!) cosa fa? Imbottigliata
da tutte le parti, pensa di scendere nella ciclabile asfaltata, generosamente
per dare pista agli altri. Quindi cerca di rientrare nella ciclabile contromano
almeno per dieci centimetri, verso destra, perché non c’è nessuno. Ma ecco la
libidine dei suicidi, l’orgasmo del sadico, il piacere del masochista: per
entrare nella pedalabile asfaltata c’è un piccolo marciapiedino, un piccato listello
in cemento. Io li ho contati, ce ne sono tanti uguali tranne due nella
pedalabile fino al 100 (Il Purgatorio), in modo che tu scenda bene e puoi
pedalare dall’altra parte. Insomma non è in piano, si rischia una caduta,
perché hanno fatto un simile lavoro? Germana P, (P forse come poveretta) non fa
in tempo a fare questo ragionamento, attinente invece all’incontro che proprio
lì si compiva, con lei ignara, il raduno dei suicidi, cade per il listello di
cemento e si rompe un gomito, tra un tripudio di bandiere rosse, colorate come
il sangue.
Non bastava
l’osteoporosi, non bastava la sessantina di anni, neanche la meritata pensione,
foriera di solito di guai, agguantata un po’ prima! No, c’era ad attenderla pure
la rottura del gomito e la conseguente bella ingessatura. Chissà perché le
ingessature sono tutte belle, come la doccia: vado a farmi una “bella” doccia.
Domani c’è la
Notte Rosa e il raduno non so dove si sposta. Non certo sul Lungomare in cui,
se per caso una persona volesse rovinare a terra vittima di un collasso,
neanche potrebbe perché non c’è il posto per cadere nel pigia pigia generale
della Notte Grigia. Sì, è Rosa solamente per i giovani, ebbri di “feste
salutari” come la Molo Street Parade e il Convegno degli inquinatori. Basta
merda sul Lungomare, viva la tranquillità di una gustosa biciclettata nel
fresco della sera riminese e auguri, cara Germana.
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