lunedì 23 giugno 2014

Il bel Renè. Tramonto dell'efferato assassino Renato Vallanzasca.

Renato Vallanzasca, spietato killer nella Milano degli anni ’70, tuttora in regime di semilibertà, ha compiuto un piccolo furto all’Esselunga di Bollate, paesino dov’era rinchiuso. È stato fermato da una pattuglia di Carabinieri anche perché al guardiano dell’Iper ha risposto, dopo il malefico “suono” che scatta quando non tolgono la “tacca” all’oggetto, con un superbo “Eh bè, e allora?”, frase che una volta avrebbe alimentato la sua allure di maledetto.
Ha trafugato un paio di mutande boxer, delle piccole cesoie per giardinieri e del concime.
Il mondo va al contrario. L’ex bel Renè dagli occhi di ghiaccio, autore di almeno quattro efferati omicidi e terrore di quegli anni violenti, non ha ucciso la moglie e i suoi bambini, com’è successo nello stesso periodo; non ha stuprato una bambina, colpita a morte e lasciata morire tra gli sterpi, in una fredda serata d’inverno; ha “semplicemente” rubato un paio di mutande. Invecchiando si diventa più buoni e si cambia, ti dicono i nonni e i genitori, e, in effetti, è proprio così. Keith Richards, chitarrista leggendario dei Rolling Stones, all’epoca girava con un coltello in tasca; ora se sente l’antifurto che squilla in una delle sue case, chiama la Polizia, anche se fosse entrata una zanzara. Da vecchi ci si calma.
Invece Renè ha compiuto una bambinata e nello stesso tempo ha sublimato un gesto di vecchiezza: corroso dalle ingiurie del tempo che scorre, forse ci ha voluto inviare un segnale, del tipo “Rubate solo le mutande”.
Che poi è un indumento prezioso, un must. Gli stilisti celebri, tipo Dolce e Gabbana giusto per restare in Italia, oltre alle Maison con tanto di guardaroba superbo, si lanciano nelle linee dei profumi o degli indumenti intimi.
In una palestra qualsiasi nel riminese, si possono vedere negli spogliatoi giovani e più anziani con le stesse mutande, che siano slip o boxer: firmate, sgargianti e costose. I boxer sono sempre un capo appetibile, anche se i giovani preferiscono gli slip.
Quindi, non c’è da stupirsi se Vallanzasca ruba un paio di boxer, l’oggetto è da acquolina in bocca, è un diamante tenuto nascosto per buona parte del tempo, ma l’importante è che ci sia. Ad ogni costo.
Sharon Stone sotto il vestito non aveva niente; il maschio, almeno quello italiano, sotto i calzoni ha un paio di mutande di lusso.
Beh, Renè ha usato l’intimidazione e la strafottenza davanti al guardiano che lo aveva sorpreso in flagrante, ma penso che la sua fama, maledetta e inimitabile, nel senso che ha varcato i confini dell’efferatezza, possa permettergli di rispondere così a uno sconosciuto dipendente di un Iper anonimo nell’Hinterland milanese.
Vallanzasca si è giocato con quel furtarello il regime di semilibertà, però ha lanciato forse un input alle nuove generazioni: “Ragazzi, ma siete tutti ammattiti? Fate come me semmai, carpite di nascosto concime, cesoie e mutande anche non lussuose, non combinate sciocchezze, minimo da ergastolo”.
Che ci abbia voluto davvero dare un messaggio o era solo promozione per il suo ultimo libro? Non è dato sapere, ma il vecchio leone è proprio arrugginito: sorpreso, in modo così che tutti sappiano che nella sua testa vi è il pallino del boxer firmato. Ma vuoi mettere? È un gesto di estrema commozione.


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