Renato
Vallanzasca, spietato killer nella Milano degli anni ’70, tuttora in regime di
semilibertà, ha compiuto un piccolo furto all’Esselunga di Bollate, paesino
dov’era rinchiuso. È stato fermato da una pattuglia di Carabinieri anche perché
al guardiano dell’Iper ha risposto, dopo il malefico “suono” che scatta quando
non tolgono la “tacca” all’oggetto, con un superbo “Eh bè, e allora?”, frase
che una volta avrebbe alimentato la sua allure di maledetto.
Ha trafugato
un paio di mutande boxer, delle piccole cesoie per giardinieri e del concime.
Il mondo va
al contrario. L’ex bel Renè dagli occhi di ghiaccio, autore di almeno quattro
efferati omicidi e terrore di quegli anni violenti, non ha ucciso la moglie e i
suoi bambini, com’è successo nello stesso periodo; non ha stuprato una bambina,
colpita a morte e lasciata morire tra gli sterpi, in una fredda serata
d’inverno; ha “semplicemente” rubato un paio di mutande. Invecchiando si
diventa più buoni e si cambia, ti dicono i nonni e i genitori, e, in effetti, è
proprio così. Keith Richards, chitarrista leggendario dei Rolling Stones,
all’epoca girava con un coltello in tasca; ora se sente l’antifurto che squilla
in una delle sue case, chiama la Polizia, anche se fosse entrata una zanzara.
Da vecchi ci si calma.
Invece Renè
ha compiuto una bambinata e nello stesso tempo ha sublimato un gesto di
vecchiezza: corroso dalle ingiurie del tempo che scorre, forse ci ha voluto
inviare un segnale, del tipo “Rubate solo le mutande”.
Che poi è un
indumento prezioso, un must. Gli stilisti celebri, tipo Dolce e Gabbana giusto
per restare in Italia, oltre alle Maison con tanto di guardaroba superbo, si
lanciano nelle linee dei profumi o degli indumenti intimi.
In una
palestra qualsiasi nel riminese, si possono vedere negli spogliatoi giovani e
più anziani con le stesse mutande, che siano slip o boxer: firmate, sgargianti
e costose. I boxer sono sempre un capo appetibile, anche se i giovani
preferiscono gli slip.
Quindi, non
c’è da stupirsi se Vallanzasca ruba un paio di boxer, l’oggetto è da acquolina
in bocca, è un diamante tenuto nascosto per buona parte del tempo, ma
l’importante è che ci sia. Ad ogni costo.
Sharon Stone
sotto il vestito non aveva niente; il maschio, almeno quello italiano, sotto i
calzoni ha un paio di mutande di lusso.
Beh, Renè ha
usato l’intimidazione e la strafottenza davanti al guardiano che lo aveva
sorpreso in flagrante, ma penso che la sua fama, maledetta e inimitabile, nel
senso che ha varcato i confini dell’efferatezza, possa permettergli di
rispondere così a uno sconosciuto dipendente di un Iper anonimo nell’Hinterland
milanese.
Vallanzasca
si è giocato con quel furtarello il regime di semilibertà, però ha lanciato forse
un input alle nuove generazioni: “Ragazzi, ma siete tutti ammattiti? Fate come
me semmai, carpite di nascosto concime, cesoie e mutande anche non lussuose,
non combinate sciocchezze, minimo da ergastolo”.
Che ci abbia
voluto davvero dare un messaggio o era solo promozione per il suo ultimo libro?
Non è dato sapere, ma il vecchio leone è proprio arrugginito: sorpreso, in modo
così che tutti sappiano che nella sua testa vi è il pallino del boxer firmato.
Ma vuoi mettere? È un gesto di estrema commozione.
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