sabato 29 marzo 2014

I poeti dell'autodistruzione

Alimento la mia rabbia senza lo sport. Tra poco coccinella andrà a trovare maggiolino. Ho chiesto di dormire con lei; solo una smorfia da oscar, un sorriso beffardo nascosto nella acconciatura corta, ma affascinante. Nonostante la pillola la rabbia non passa, il livore non se ne va, il sorriso è, quindi, un ricordo. Coccinella mi ha detto che Coda si è rasato male i capelli. Coda ha provato di nuovo ma ha consumato 33 batuffoli intrisi di sangue. È un poeta dell’autodistruzione, beve, si alimenta male, dorme da solo, si riconosce dall’odore o dal profumo che indossa. Che solo lui non percepisce. Codino si è perso nella Statale 16, rabbia e ironia con il fratello. È strano come Rabbia 2 sappia dei nostri scherzi da bambini, da adolescenti, io me li ricordo appena, perso come sono a bere limoncello, sambuca, laurus. Non scrive più niente, odia il mondo e pensa che il mondo odi lui, capisce che il momento potrebbe essere arrivato tra l’acqua vera e l’odore di saliva. E la fame che lui trasforma in desiderio represso. Si contorce per un cracker, per un tozzo di pane, un etto di speck. Delle patatine da banco alimentare. Coccinella se ne andrà, la semi-meridionale prenderà il suo posto, pensa lei, ma Coda, nel suo misticheggiare, conosce bene il proprio destino. È sempre stato solo ma non se ne è mai accorto, del resto è solamente un poeta dell’autodistruzione, più di tanto non può capire, percepisce solo, come il suo odore, l’alito di limone seguito da un guizzo mentato. Se Coccinella se ne andrà, cosa farà il piccolino? Odierà tutti, metterà fine ai propri desideri, consolerà la bambina Martina, o scolerà due litri di limoncello al giorno? Non è dato a sapere, perché, come tutti saprete, il destino, specie se è il proprio, invia riverberi di paura. Ciao Coccinella, piangerò, come sempre, per te e per maggiolino, anche se non vi ho mai sopportati. Da vivi. 

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