Il poeta e il
contadino. Ricordo fosse una trasmissione con Cochi e Renato di parecchi anni fa. Non so se attuale. Il poeta è anche
un principe, isolato. Il contadino ha volontà, molta. Poi succede che le cose si
mischiano, che il contadino vorrebbe fare il poeta. Ma è malaticcio, bruttino,
volgare. Non parlo solo di uomini, ma anche di donne che si auto professano “con
le palle”. Forse sarebbe meglio dire “senza fica”, cioè te la danno, se l’hanno,
quando conviene a loro. Quindi, contadini ma anche contadine. Sofferenti ma
furbi. Tanto furbi. La loro grazia è ridotta a zero, non hanno la virtù dei
poeti, ma per una “semplice” malattia mentale vogliono cimentarsi con cose più
grandi di loro. Avete mai visto contadini pittori? Scrittori? Musicisti? Fanno
pena, la loro grande volontà o la loro grande malattia li fa sentire alla altezza
dei poeti, ovvero dei principi ornati dalla Luce. Questa volontà ormai oggi ha
superato la meritocrazia, si dà la fica e il culo solo per sollevarsi dalla
merda in cui si è. Ma il puzzo, signori, quando passate per la strada, si sente,
eccome! Anche se vi mettete litri di lavanda per scacciarlo, non potete fare come Marilyn Monroe, una goccia di Chanel e via. Si sente lo stesso, l'odore di lavanda a chili puzza!
Accidenti... qualche rifermento? Noli me tange. Io ho il coraggio di vivere,e non ho nessun pregiudizio,villici o poeti occupano uno stesso spazio, anzi meglio il contadino che sterili giochi di parole, il contadino ama il suo campo, il poeta il più delle volte è autoreferente, ama solo sè stesso. Il puzzo, sapessi a volte come sono nauseanti certi costosi profumi di marca, mentre vuoi mettere il profumo dell'erba medica tagliata... inebriante!
RispondiEliminaAu revoir mon amie...