Cronaca di una notte nel Lungomare
sregolato.
Nella città
di Fellini, 20 anni. Sono 20 anni che non vado con la bici a Riccione e
dintorni. O se lo facevo, passavo tra le Vie delle Regine, con il pericolo che
un ubriaco (ma anche uno sobrio) mi speronasse con l’auto. E non andavo neanche
verso Bellaria, con lo spazio pedonale da manicomio. Quando mi hanno detto che
si sarebbe fatta la nuova ciclabile, battevo la testa contro il soffitto, ero
caricato a molla. Ma, c’è un “ma”. La ciclabile è avanti di 20 anni, perché?
Perché tra 20 anni capiremo cosa e come fare, questo è quanto. Cerco di
approntare un piccolo vademecum per come si usa la ciclabile, invero piuttosto
lunga e carina. Per quelli di Rimini, cioè per chi parte dal Porto, dove c’è quella
ruota veramente “brutta” (uso un termine pittorico ma rendo l’idea), si deve
pedalare nel piccolo pezzo di marciapiede. Perché, come nessuno o pochi notano,
c’è la punta del triangolino che punta a sud, verso Riccione. Un macello, un
terno al lotto, una roulette russa. I pedoni sostano nella striscia bianca,
come hanno sempre fatto per tanti anni. A loro si è ridotto lo spazio del
marciapiede e, giustamente, intralciano la ciclabile. L’incubus vero e proprio
sono i ciclisti che vengono da Riccione nello stesso marciapiede. Se sono neri
o se sono senza fanalino, come la maggior parte degli aspiranti suicidi, volevo
dire dei fruitori, rischiano la vita e mettono in pericolo la tua incolumità.
Senza parlare
del fatto che quelli che fanno jogging corrono per la ciclabile. Marciapiede e
asfalto. Forse si sentono essi stessi biciclette? Non lo so. Immagino.
Per chi viene
da Riccione si pedala sull’asfalto, ma molti non lo fanno. Ci sono bici senza
lume, si piazzano in tre per larghezza, circolano male e soprattutto si vedono
passare, contromano, le bici che partono dalla ruota (sì, sempre quella brutta
brutta!) del Porto. E poi si rischia, non vedendo le auto che provengono da
Riccione, di venire appunto investito dalle stesse. Vuoi che non ci sia un
mezzo brillo che non ti venga dentro in questa città sregolata, dove la Polizia
deve pensare a non so cosa? Forse a troppe cose? Poi i parcheggi, vabbe’,
pochissimi e frapposti malissimo, in modo schizofrenico, in più alle 23:00 non
hai voglia di schivare un ragazzino che prosegue senza dinamo una folle corsa
verso l’ignoto. O fino al bagnino 100 o più in là.
Morale? Se
sei un po’ nervoso non recarti nel Lungomare in bici, rischi di peggiorare la
tua situazione. In altri casi, alcuni ci vanno da due settimane e si portano
dietro ansiolitici blandi, per evitare le ossessioni che possono capitarti in
quella striscia senza regole. Il Far West marino. Non c’è un attimo di calma,
se la prendi male azzardi un attacco isterico.
Questo accade
a Rimini, la città di Fellini, non la mia. Infatti abiuro le mie origini. Siamo
20 anni avanti. Ma siamo, rispetto ad altre ciclabili di capitali o città
europee, 20 anni indietro. Auguri comunque alla “nuova nata”.
La bici è una filosofia di vita ma in Romagna quando si pedala si da contro alle auto e guando si guida si maledicono le bici.
RispondiEliminaCiao Ettore
Io maledico tutti, indistintamente. Anche me stesso.
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