Arriva, a un certo punto della vita, il
momento in cui ti accorgi che ti odiano tutti, che sei inutile. Oppure ti senti
utile ma sei tagliato fuori, il che è peggio. Tutti contro. Di solito questo
malumore si somatizza nel rachide lombare o nella cervicale, e allora cammini
zoppo, con fatica, magari con l’ausilio della stampella, per strada o al
lavoro. E immagini (sarà anche vero) che tutti ti deridano. Io questi momenti
li ho passati tanti, malfermo tra i sani che posseggono il sorriso stampato
sulle labbra. Ma non ho avuto l’illuminazione, non ho cavato dal buco il ragno.
Di solito si comincia a epurare le donne con cui stai, che mutano in condizione
di ex; troppo suore, troppo sexy, troppo tutto. Poi al lavoro è penoso, ve lo
assicuro. Il capo non ti fila, tu, immerso nei tuoi pensieri, essendo anche un
po’ timido, non dici nulla o, se parli, usi una violenza da Sid Vicious, ex
bassista dei Sex Pistols. Insomma, non hai uno straccio di equilibrio. E poi le
frasi che ti dicono per cercare di alleviare la tua tristezza sono da pena di
morte: E ti vedo triste, e non ti isolare, il lavoro tienilo stretto, non
mollare, vai da Mario, persino: “Gioca con il bimbo”, che è micidiale. Cioè
devi dire a Matteo o a Stella (i soliti nomi dei figli degli altri) che sono
belli, carini, che assomigliano al padre. Sputati. Con molta saliva. Il peggior
momento è leccare con complimenti il figlio del collega, che solitamente sibila:
E tu, quando? Quando cosa, azz! “Ah, adesso vedo, non ho ancora avuto la donna
giusta, sai com’è”. No, non sanno nulla, vivono con il paraocchi, se potessero
ti ucciderebbero.
E paghi tutto, eh, sicuro. Vai al
cinema da solo, riassetti tutta casa e scopri che sei speciale (almeno quello),
esci in solitaria con la bici e prendi un gatto per alleviare la tua
solitudine. Sì, il micio, Chiara; ma se è piccolo è indiavolato e t’impedisce
di leggere, di scrivere, di chattare in chat gratuite con straniere
inafferrabili. E anche un po’ bruttine. Che se la tirano.
Allora ascolti musica punk, regredisci:
i Sex Pistols, i peggiori quindi i migliori nichilisti; fai finta di suonare il
basso, fingi di cantare quell’inglese sboccato, fingi di divertirti e di
vivere.
Dopo aver cenato con insalata e vitello
scaduti, leggi, e prima di andare a letto, saluti i tuoi all’altro capo della
città e del cuore.
Il giorno dopo c’è da riportare il
gatto ai proprietari (i soli miagolii di Chiara nel “trasportino” ucciderebbero
un quasi sano di mente, figurati tu). Poi messaggi con l’ex, il grillo
parlante, lavori, “tiri avanti”. Fabrizio, cosa farai adesso? Non ti
preoccupare per me, tirerò avanti; di questi “momenti” ne avrò avuti almeno
10.000, ormai ci sono abituato.
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