La contravvenzione
Siamo tutti
un po’ fuori giri, in questo periodo post-elettorale, qualcuno anche su di
giri. Ho pagato una multa per sosta vietata, sono stato fermo “15 secondi” in
un posto precluso, il Poliziotto (Municipale) non mi ha perdonato, anzi, mi ha
addirittura sbeffeggiato dicendomi, in compagnia di due colleghi (si sentiva
“forte”?) che la multa l’aveva già iniziata. Aveva apposto una ‘t’ sul verbale.
E basta.
Sei mesi dopo
pago la multa alle Poste in via Gambalunga.
Morale, mi
ritorna meno di un mese fa, a fine gennaio, il foglio di un’ingiunzione, per cui
devo ripagare... l’intero importo della contravvenzione, pena sovrattassa.
Va be’. Mi
reco alla stessa posta, file chilometriche essendo il primo lunedì del mese,
esattamente il 4 marzo.
Un ragazzo
(per quanto mi confonda spesso con l’età, ma questo era giovane), che prima
aveva scambiato quattro chiacchiere con un paio di amiche, sempre per lavoro, mi
aspetta al varco.
Vi ricordate quella
serie cinematografica “Il giustiziere della notte” con Charles Bronson, un
personaggio amato con timore, dai grandi, dai giovani e anche dai bambini, sebbene
sia violento e sempre sulla difensiva, che si fa giustizia da solo giacché hanno
eliminato “ingiustamente” i suoi cari? “Pago il doppio perché una sua collega
non ha guardato gli estremi, la data entro la quale si può pagare senza scadere
in penali”, esordisco con livore calmo.
Lui,
maglioncino marrone, capelli medio lunghi e carino perché giovane, mi spara, come fosse Bronson, un
“Ah no, noi non possiamo mica vedere cosa pagano o perlomeno i termini in cui
devono pagare i clienti”.
“Ma allora
voi delle Poste”, sibilo forse con una certa qual rabbia, “cosa fate?” “Ma che
lavoro è, sapete farlo bene?” sparo ad altezza uomo anche se
amareggiato. “Se vi si parasse davanti “una persona” di 70 anni che fareste,
gli fate pagare sei volte la multa?”
“I signori
anziani dovrebbero premunirsi meglio, sapere di più”, mi ‘ipnotizza’.
Rimugino che
sia finita, tuttavia insisto. Al che lui mi fa: “Scusa (ma davvero avrà usato
‘sto termine?) io non sono proprio la persona adatta, con me caschi proprio male!!!”.
Intuisco la minaccia. Abbozzo fantozzianamente (cosa che invece dovrebbe fare
il giovane impiegato) che mi è andata male, ma lui rincara la dose dicendo: “Ti serva per il futuro”. “È una minaccia?” ribatto confuso e mazziato, tuttavia
leggermente illuso, “ho pagato bene?”
“Vai, vai.”
Quanto manca
la figura dell’impiegato che aiuta il cliente, che una volta esisteva. Non sono tanto giovane, anche se non sembra, ho superato di un paio di anni i 50, ma per Lui rimango
sempre ‘il nemico’ a cui ‘dare del tu’ con vilipendio e scherno, il paranoico
che, beccata la multa ingiustamente, con l’ausilio dei PM e degli impiegati
delle Poste, la deve poi pagare due volte.
Ma è proprio
questa Rimini? Esco sudato e abbastanza disilluso dall’antro maligno, con la
promessa fatta a me stesso di non tornare mai più.
Hai tutta la mia solidarietà, queste cose mi fanno incazzare, sono umilianti, sono i burocrati insoddisfatti di se stessi non vedono l'ora di umiliare l'altro.
RispondiEliminaE le persone sensibili soffrono le umiliazioni perchè sanno che tolgono fiducia in loro e i burocrati lo sanno e ne godono-
Ciao Ettore l'unica è non pensarci, alza le vele e non ti curar di loro e non pensare ai soldi persi non ci pensare e te ne dimenticherai.
Paola ciao, sono stato anch'io pressante, ma ho pagato. Ora ce l'ho un po' con tutti, spero cambi il vento perchè so dov'è che manco. Tutti mi dicono che sono un figo, adesso, però, pensa tu, o lo fanno apposta...Bah, ciao.
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