martedì 20 novembre 2012

John e Yoko, affare di cuore.



Londra 1966. Arte povera e musica sperimentale, ecco quello che offriva Yoko Ono (“bambina dell’Oceano” in giapponese), artista poliedrica e ricca, viziata dal padre, ricco banchiere di Tokyo, in una mostra. Lui John Lennon di Liverpool, figlio di marinaio, con la madre assente, affidato agli zii, divenuto in poco tempo l’icona pop più fulgente della galassia, vuole piantare un chiodo in un muro bianco, ennesima provocazione dell’eccentrica giapponese. “Non adesso, aspetti l’apertura”, sibilò la minuta ma temperamentale Yoko, a dispetto dell’origine del suo nome. John il chiodo lo piantò per sempre nel suo cuore. Trascorsero due anni farciti di lettere e pensieri. Lui, perso nella notte in una delle sue grandi ville, chiamò la più annosa dei due, come una mamma mai avuta, e fu subito amore.
“La sindrome di Yoko Ono” è un muro, per i gruppi musicali in special modo, significa che un componente ha perso la testa per una donna e minaccia di lasciare la band. E quasi sempre abbandona.
In verità il periodo con la giapponese fu per John, “prima di Yoko uno stronzo drogato” così definito da Keith Richards nella sua biografia “Life”, il più ricco di opere storiche, monumentali, epocali. Una settimana di luna di miele nel letto, con la scritta “Peace” che accompagna il candore dei pigiami e dei piedi nudi, Yoko e John combatterono tutte le guerre e la rabbia dolorosa del Vietnam. Tra un sospiro e un bacio, nacque “Imagine” cui Yoko diede il suo aiuto. Furono 4 anni di successi, ma poi, quando nacque Sean, la 35enne stella di Liverpool smise di comporre. È notorio che crea chi ha fame, chi ha rabbia. Come può un ex Beatles, che aveva tutto dalla vita, volere ancora incidere dischi? Scorazzava nei parchi brumosi di New York e Londra, con la moglie e il figlio, libero e felice.
Finché un brutto giorno, dopo alcune foto di Annie Leibowitz che lo ritraggono sciolto vicino a Yoko nel lettone, in posizione fetale, John che ormai apparteneva tutto all’artista giapponese, lei erano le sue mani e il suo cuore, lui era Yoko, scomparve in una New York abituale, che però anni prima, con la famosa protesta contro la guerra nel Vietnam, gli aveva chiuso le porte, una New York in cui può celarsi anche un divo senza venire importunato. “Hey Mr. Lennon,” gli chiese un fan folle. La risposta non ci fu. Tre spari tutti dritti al cuore, il grande organo del mitico John. “Sai chi sei?”. John rispose: “ Sì, sicuro, sono John e Yoko”. La vedova, che poco tempo fa ha disegnato una chiave per Swarovski e naviga nel lutto e nell’oro, apprese la notizia come un chiodo piantato nel ventricolo. Il cd postumo di Lennon fu vendutissimo, dopo una partenza un po’ fiacca.
La passione fa scaturire arte, l’amore ti frena l’ispirazione, il leggendario “ultimo accordo”, ma acuisce la vera felicità, per sempre.
Riposa in pace John, nessuno mai ti dimenticherà, so che hai danzato tra di noi per troppo pochi anni.

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