domenica 22 luglio 2012

Le idi di marzo, i giorni fatali! Clooney si supera.



Morì Cesare, accoltellato dalla sua cricca senza pietà, alle idi di marzo con 23 fendenti. Qui tutti accoltellano tutti, nel film speciale di George Clooney, l’ex fidanzato della Canalis, che dirige e interpreta questo film al meglio. Clooney è Morris, candidato dei democratici nelle elezioni in USA, e Paul Zara e Stephen Meyers sono palle e cervello del Governatore, la macchina omnia organizzativa. Stephen, interpretato magistralmente da Ryan Gosling (colpisce del film il talento innato dei protagonisti, tutti), è bravo, freddo, spietato, tant’è che il candidato dei repubblicani Pullman, l’antagonista di Morris, lo vuole assoldare durante la campagna dell’Ohio, lo Stato chiave.
Chi lo voleva vedere ‘sto film agli “Agostiniani” estate, alzi la mano. Io no di certo, pensando alle rovinose pellicole che trattano di questo genere. Ma il miracolo si compie a Rimini, una sera di luglio, venerdì, dove il mercatino dell’antiquariato impazza in Piazza Cavour e i giovani si fanno di birra, superalcolici e vino; il bere, la nuova droga degli anni della crisi.
Stephen, sempre più rampante, ha amici dappertutto: tra la carta stampata, tra i suoi accoliti dove è paragonato a Dio e tra gli avversari, ma è solo, come solamente un uomo può esserlo. Non gli importa di nulla, tranne che arrivare. In verità la stagista Molly Stearns, lo inquadra, vuole circuirlo, lo intriga. Ma quando Amore sembra arridere al giovane (Cesare? In realtà in questa pellicola sono molti i Cesare), ecco che tutto gli piomba in testa. Paul Zara, che l’attore Philip Seymour Hoffman l’outsider di Hollywood, fa suo con una faccia da schiaffi e un’apparente boria da paura, sa che Stephen si è incontrato con Tom Duffy, lo sgherro scalcagnato di Pullman. Lo dice alla giornalista Ida Horowicz (amica di Stephen fino a quando lo scoop non prevale sul cuore), che promette la mattina dopo di fare scempio del giovane leone con un articolo stroncante. Morris, licenzia il suo cervello, che smette il suo sorrisino da leader e scappa tra le braccia di Duffy. “Ti pare che io accetto tra le mie fila un licenziato, uno sborone che a Rimini non avrebbe neanche il mutuo? Ma sei pazzo? E cosa direbbe la gente? La verità è che volevo togliere il cervello della macchina di Morris, non assumerlo, questo già mi basta. E poi sei incollerito, non hai un lavoro, sei nessuno. Sai cosa ti consiglio? Prenditi un po’ di ferie e ritorna bello pimpante per un altro incarico. La politica non fa per te.” Stephen è morto, lo hanno pugnalato, come Cesare tanti secoli fa. Ma ha un atout pesante in mano, come i playboy della Riviera, e come cantava De Andrè in Rimini: “Abortire il figlio del Governatore e poi guardarlo con dolcezza”. Molly si è concessa a Morris, che la chiama anche alle tre di notte. Stephen intuisce che Morris ha avuto un incontro con la bionda e sensuale stagista (forse un binario un po’ trito) e, quando ancora era lo scagnozzo del leader dei democratici, la fa abortire. Ma Molly, dopo essere stata dimessa dall’ospedale, viene a sapere che Stephen è stato licenziato e, temendo che il suo segreto sia rivelato, si suicida con una overdose di pillole. Stephen dapprima è afflitto dal senso di colpa, e poi quando anche la ventitreesima coltellata sta per essere inflitta, preleva il cellulare della bella stagista, risorge, rimette su il sorrisino da rampante e sfida Morris in un negozio, groviglio di oli, birre, vini, robe liquide. Veleni. Va in scena la solitudine degli uomini, gli uni contro gli altri, anche se lavoreranno ancora insieme. Morris spruzza il suo veleno verso Stephen: “Non sei nessuno e non hai nessuna prova”. “C’è un foglio, Governatore, che la inchioda, se non ci crede, a me non importa. Voglio che Zara se ne vada, e lei ascolti il mio diktat”. “Non sei nessuno, bamboccio”. “Veda un po’ lei, faccia come vuole”. Tutti belli, tutti duri, tutti sorridenti, tutti Cesare e tutti vincenti. Gli altri. I meravigliosi protagonisti delle Idi di marzo in fondo sono solo dei corrotti, l’etica non fa difetto giusto a quella bella faccia di tolla di Zara. “Bel colpo Stephen, un giorno tra i gelati e le bandiere mi dirai come hai fatto a piegare Morris”, dice Paul. “Ma io volevo piegare te, non l’hai ancora capito? Starò io con Morris altri otto anni.” Stephen diverrà il braccio destro (solitario e solo e per quanto tempo?) di Morris e Zara va incontro al lavoro da 1 milione all’anno, comprimario in questa vita bastarda.
Mi sono trovato tra le collane e i quadretti con mia moglie nel sudario del centro di Rimini, così diversa dalle metropoli americane, soddisfatto del film. Con una cosa che mi solleva, in questa torrida estate: non sarò mai nella situazione dei persi protagonisti dell’ultimo film di George Clooney. Ma in fondo, sono come loro? A proposito: della Canalis si ricorderanno solo le riviste di gossip.


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