Cos’hanno
in comune il film Piccole bugie tra amici
e il libro Acciaio di Silvia
Avallone? Apparentemente niente, sono opposti. Il primo è francese, snob, ambiente
lussuoso, si ammira l’Oceano nella sua algida bellezza. Il secondo è italiano,
neorealista, operaio e il mare Tirreno è una cloaca di alghe e gatti sciancati
tra pattìni marci. Il film francese è corale, parla di un gruppo di amici che
stanno insieme per non morire, per evitare la noia. Ludo, uno di essi, il più
fico e simpatico, ha un brutto incidente in moto ed è vivo per miracolo. Gli
amici partono lo stesso per Cap Ferret, località turistica nell’Atlantico, e si
scoprono piccoli, egoisti e solitari. Il sorprendente libro di Avallone ti snocciola
un ambiente degradato. Nell’acciaieria Lucchini di Piombino che dà lavoro agli
appassiti abitanti della zona, non c’è posto per i sogni, solo gioventù che
sfiorisce a 30 anni per l’acciaio, il clima e le brutture. Eppure Anna e
Francesca, le due piccole, ma già ormai grandi, amiche del cuore, coltivano
sogni, si sfiorano, percorrono insieme il cammino buio ma che nasconde solo per
ora il sole. È infine l’arte ciò che unisce i due gioielli. Piccole bugie è un
film delizioso, è lungo ma non te accorgi tanto è appassionante; la beltà di
Maria, splendida transalpina egocentrica e malata, che somiglia alle nostre
attrici napoletane, occupa lo spazio e ti accompagna tra uno stuolo di perigli.
Un marito è gay e ama l’amico, un altro perde la moglie, Maria rimarrà sempre
da sola perché così vogliono gli dei dell’Oceano azzurro infinito e intenso. Acciaio è un libro per chi vuole essere
preso a pugni dal principio alla fine, “Avanti c’è posto” e “Sei pronto?” per
ascoltare le storie di due tredicenni (quasi 14enni) che vivono in apparente
simbiosi un’amicizia che forse è qualcosa di diverso. Le storie francesi
dettano legge al cinema, Artist ha
vinto numerosi oscar, Quasi amici sta
trionfando al botteghino e c’è la Huppert al Settebello, e in questo film del
2010 ironia e dramma si mescolano, la ricetta giusta del momento, degli anni
post settembre 2001. Avallone, con uno stile crudo e violento, ma nel contempo estremamente
catartico e poetico, ti sgancia nel mare di alghe, mucillagine, smog, città
sporche, sogni infranti, padri maneschi e alcolizzati. Ma non sei mai solo. È
il neorealismo, l’unica arma con cui l’asfittico panorama artistico italiano
potrebbe sconfiggere la grandeur francese. Leggi con l’abatjour accesa Acciaio,
vai al Cine Settebello che con passione coltiva ancora rose rare, e poi, anche
se piove in questo aprile lacrimoso, compi un giro in auto fino a Riccione con
la tua lei, stanca, tra birre piccole e patatine, ragazzi in felpe colorate e
donne truccate che aspettano qualcuno anche se sono in coppia, sempre pronto a
cogliere l’arte che sciorinano queste due piccole perle che vi ho narrato e le
altre che verranno in futuro.
...se ti capita leggi il mio di romanzo "Diana da Ghibullo" vi troverai il nulla, il niente che alla fine è proprio quello che noi siamo.
RispondiEliminaNon voglio mettermi coi grandi ma fra le birre piccole e le patatine ci sto pure io.
Ciao Ettore grazie per il bel resoconto.
Cara Paola, penso che leggerò il tuo libro, ma dopo Acciaio non so che fare. Prendevo in giro Avallone, ma devo dire che è unica. E' facile per le donne esser dure, decise, nette, per gli uomini un po' meno. Se nel tuo libro sarai diretta ti leggerò (forte come un macigno) altrimenti lo farò con curiosità.
RispondiEliminaSono incerto tra Braci Marai e l'ultimo di Carrisi Il tribunale delle anime. Ma dopo Avallone, il vuoto...