mercoledì 18 gennaio 2012

I Pink Floyd di Syd Barrett e Roger Waters, gli inizi e la leggenda

 R) (Roger) In effetti un giorno sarò la mente dei Pink Floyd, me lo sento. Il mio nome è Roger Waters. A qualcuno non dirà niente per il momento, ma ci sarà un tempo in cui mi ricorderanno tutti. Studio architettura con gente un po’ stravagante, vivo a Londra, in questa Londra e sogno di suonare. Nick e Richard sono due allievi del mio corso ed hanno le mie stesse idee: vogliamo formare un gruppo musicale.
S) (Syd) Sono Syd Barrett, almeno credo, a volte mi firmo con un punto interrogativo, quasi mai con una croce. Sono un pittore, non so suonare gran che la chitarra ma sogno di formare un gruppo musicale. Conosco tre suonati come me, non quanto me forse, che spingono mi unisca a loro e diventi il frontman della band. Vediamo.
R) Syd è un pittore fantastico, cavalchiamo in questa Londra dei Beatles e di Mary Quant, chi ci fermerà più. Nessuno di noi sa suonare bene. Il Rhythm & Blues e il nostro sogno, ma Syd ha delle idee grandiose in testa. Non siamo dei geni degli strumenti, non possiamo suonare blue’s, coroneremo il nostro desiderio con una musica nostra, cosmica, psichedelica, con l’Hammond di Rick che spazzerà il passato e ci proietterà nell’eterno.
S) Non ci sono tanto con la testa oggi, i ragazzi m’implorano di non fare il pazzo, di non voltare la schiena al pubblico quando suono, di non “emettere” solo il mi bemolle o il si settima quando mi va. Dicono che non possono perdermi. Realtà è che l’LSD mi sta succhiando il cervello, non so tra 10 anni dove sarò. Forse un punto interrogativo, perso tra migliaia di gente e di sterline.
R) F...off, Syd è svitato, stasera all’Ufo ha infilato un’altra perla nella sua collezione infilandosi un chiodo nella mano. Come faremo a rimpiazzarlo? È il nostro leader, il chitarrista, il compositore. Io forse non saprò suonare forte come lui, ma ho molta inventiva, vedremo.
S) F...out, sono fuori di brutto, i ragazzi mi hanno messo Dave Gilmour al fianco, lui sì che è bravo con la chitarra. Do troppi numeri, sto per andare via, non cercatemi più vi supplico!
I Pink Floyd iniziano la leggenda nella Swinging London degli anni sessanta. Volevano essere come i Beatles, ma all’inizio nessuno di loro sapeva suonare bene, così inventarono una musica particolare, basata su suite infinite e note prolungate e rumori in accordo, he divenne il loro marchio di fabbrica. È così che nascono i pezzi migliori rock e pop, la tecnica non è importante. L’organo Hammond di Wright spaziava tra tradizione e futuro. Celeberrimi tutti i loro primi dischi. Da quando uscì The dark side of the moon, dominarono le classifiche di vendita per decenni. Il loro è un mito che non tramonta mai. Roger Waters, giudicato il migliore paroliere al mondo, dopo l’abbandono del fondatore Syd Barrett si mise in testa di essere Dio. Spaziando tra cultura giovane e immettendo nell’ellepi (The dark...) tutti i dubbi dei ragazzi del proprio tempo, incontrò, forse non volendo, i gusti e il sentore di almeno quattro generazioni. A Waters nei primi live il basso lo accordava Wright il quale non fu mai tenuto in considerazione dal nuovo leader, invece era diventato già un asso dello strumento, così come Mason con la batteria. La loro leggenda, resa ancora più solida dal doppio l’ellepi The wall, divenuto film e concerto a Berlino, sull’ex muro, per opera del sempre più solo e sbalestrato Waters, terminò almeno in parte proprio con l’uscita di scena di Roger stesso, proprietario di una personalità sofferta e dirompente. Ci fu una riunione dei quattro nel luglio del 2005, ma Waters aveva ancora forse Barrett e il passato nel cervello e pensava che i suoi ex amici fossero solo grasse pantomime di sé medesimo. In fondo fu lui che firmò quasi tutti i pezzi, ed era leader in pectore anche quando, con il fiato corto, suonava per 100 persone, mentre nel mondo il resto dei Floyd spopolava, come fece infatti nel dubbio e polemico concerto degli anni Novanta a Venezia. I Pink Floyd, i tre rimasti (ora ci ha lasciato anche Wright in aggiunta a Barrett morto folle e solo), si disse che rovinarono Venezia e Piazza San Marco, tutta coperta di rifiuti dopo il discusso concerto. Ma andò veramente così?
Per la gioia dei tantissimi fan, si prospetta una clamorosa riunione, dopo il Live8 del 2005, per le Olimpiadi di Londra, che si svolgeranno dal 27 luglio al 12 agosto. I tre Floyd rimasti si esibiranno durante l’apertura dei giochi, dopo l’ex Beatles Paul McCartney, così diverso da loro e così simile. Bisognerà solo vincere i dubbi di David Gilmour.
Brillate ancora, pazzi diamanti. Anche se il passato non tornerà più, rimarranno i numerosi dischi, i dvd e il film The wall, con il regista Alan Parker e il protagonista Bob Geldof, per molti la più controversa e meravigliosa opera di tutto il millennio trascorso. Aspettando luglio 2012.


2 commenti:

  1. la tecnica non è importante. L’organo Hammond di Wright spaziava tra tradizione e futuro.

    Hai colto l' essenza vibratile dei Pink Floyd...con loro il sangue rabbrividisce, come certi suoni che fanno accapponare la pelle, brivido e piacere.
    Ciao Ettore.


    PS blog tenero color albicocca

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  2. Tenero perchè ho perso il mio, quello di prima, che rabbia...alla Syd Barrett, pelato, con gli occhi infuori e completamente folle.... sig

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