20 enne morta a Roma
vicino al ponte testaccio, nel Tevere
Ti
fai d’istinto. Che ti porta al nulla. È come un primo della classe che non
studia più. È impossibile, occorrono le basi. La testa lì, sui libri, il capo
chino alla Leopardi. L’istinto muore giovane. E tu resti un semplice ignorante
con il rimpianto.
Damaris Tomassi era giovane, 20 anni, è
stata trovata morta a Ponte Testaccio. A Roma. Nel Tevere, il fiume che nasce
qui in Romagna, tra un profumo di fiori e di abeti che ti stordisce tanto è
bello e sempre diverso, come il mondo. Damaris è incappata in una morte
squallida. Ha dormito in un’auto con un brasiliano un po’ meno giovane di lei,
conosciuto da poco in un Centro sociale, il Villaggio globale. Attenti, qui si
fabbricano i mostri, e non ve ne accorgete. La ragazza assumeva marijuana,
hashish, fate fare a lei quello che le
piace? Con un estraneo, magari di Salvador de Bahia, metropoli ebbra di povertà
e sesso a buon mercato? Ma che ci fa una ragazza bene in quel posto? Con un uomo
conosciuto da poco? Magari ha cominciato con il fumo, una sigaretta giusto per
tranciarti i polmoni e morire prima, e poi? Sempre di più, la vita non basta,
non è bella come vorresti, ti fai le canne... “Ma cosa vuoi che sia?” Cavolo
dici, scemo, si comincia così e poi...
È morta scivolando alle 14, di solito i
romani, gli italiani a quell’ora fanno la pennichella, e lei, strafatta di
ketamina, un neurolettico pesante che si siringa di solito nei cavalli, muore
nel Tevere, fiume che scaccia la polvere e raccoglie i rifiuti di una vita
gettata via. Quando la generazione dei tuoi genitori si faceva di ero, non
pensavano, loro, che un giorno i figli avrebbero intrapreso lo stesso lugubre percorso.
Il figlio è un’appendice di un genitore, a lui affidi i desideri e le
frustrazioni, ma non portarlo nella cattiva strada, ti scongiuriamo, smettila!
Il brasiliano maschio, per altro merce rara in Italia, è stato lì, straziato,
fino a che lei non è stata inghiottita dal dolce e freddo magma corrente. Ha
avvisato le Forze dell’ordine in ritardo, perso nel trip, colpevole d’innocenza
e innocente colpevole. Quando perdi un figlio se ne va via una parte di te.
Chissà cosa aveva in testa Damaris, oltre ad una chioma perfetta di capelli
rovinati dai topi da fiume notturni e offuscati dalla ketamina, voleva forse
una miglior vita, uno sballo atipico, sentire il sapore della saliva del
brasiliano che odorava lei stessa di morte? C’era un film anni fa, con Jane
Fonda, Non si uccidono così anche i
cavalli, del ’69, per la regia di Sydney Pollack. Chi smetteva di ballare usciva dalla
vita. Come ad Amici o al GF. Damaris ha avuto la stessa sorte.
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