lunedì 5 dicembre 2011

I diari del folle misantropo Non si uccidono così anche i cavalli? Parte prima



20 enne morta a Roma vicino al ponte testaccio, nel Tevere
Ti fai d’istinto. Che ti porta al nulla. È come un primo della classe che non studia più. È impossibile, occorrono le basi. La testa lì, sui libri, il capo chino alla Leopardi. L’istinto muore giovane. E tu resti un semplice ignorante con il rimpianto.
Damaris Tomassi era giovane, 20 anni, è stata trovata morta a Ponte Testaccio. A Roma. Nel Tevere, il fiume che nasce qui in Romagna, tra un profumo di fiori e di abeti che ti stordisce tanto è bello e sempre diverso, come il mondo. Damaris è incappata in una morte squallida. Ha dormito in un’auto con un brasiliano un po’ meno giovane di lei, conosciuto da poco in un Centro sociale, il Villaggio globale. Attenti, qui si fabbricano i mostri, e non ve ne accorgete. La ragazza assumeva marijuana, hashish, fate fare a lei quello che le piace? Con un estraneo, magari di Salvador de Bahia, metropoli ebbra di povertà e sesso a buon mercato? Ma che ci fa una ragazza bene in quel posto? Con un uomo conosciuto da poco? Magari ha cominciato con il fumo, una sigaretta giusto per tranciarti i polmoni e morire prima, e poi? Sempre di più, la vita non basta, non è bella come vorresti, ti fai le canne... “Ma cosa vuoi che sia?” Cavolo dici, scemo, si comincia così e poi...
È morta scivolando alle 14, di solito i romani, gli italiani a quell’ora fanno la pennichella, e lei, strafatta di ketamina, un neurolettico pesante che si siringa di solito nei cavalli, muore nel Tevere, fiume che scaccia la polvere e raccoglie i rifiuti di una vita gettata via. Quando la generazione dei tuoi genitori si faceva di ero, non pensavano, loro, che un giorno i figli avrebbero intrapreso lo stesso lugubre percorso. Il figlio è un’appendice di un genitore, a lui affidi i desideri e le frustrazioni, ma non portarlo nella cattiva strada, ti scongiuriamo, smettila! Il brasiliano maschio, per altro merce rara in Italia, è stato lì, straziato, fino a che lei non è stata inghiottita dal dolce e freddo magma corrente. Ha avvisato le Forze dell’ordine in ritardo, perso nel trip, colpevole d’innocenza e innocente colpevole. Quando perdi un figlio se ne va via una parte di te. Chissà cosa aveva in testa Damaris, oltre ad una chioma perfetta di capelli rovinati dai topi da fiume notturni e offuscati dalla ketamina, voleva forse una miglior vita, uno sballo atipico, sentire il sapore della saliva del brasiliano che odorava lei stessa di morte? C’era un film anni fa, con Jane Fonda, Non si uccidono così anche i cavalli, del ’69, per la regia di Sydney Pollack. Chi smetteva di ballare usciva dalla vita. Come ad Amici o al GF. Damaris ha avuto la stessa sorte.

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