Fiorenzuola di Focara, paradiso
naturalistico
Una motonave lede i timpani e l’umore
dei bagnanti
La
spiaggia è triste con un mare di cui non si vede il fondo e abbonda di alghe da
depuratore. Marina Centro quest’anno è stata un incubo mio e di molti, da derealizzazione
d’ansia: “Ma tu sei di Rimini o no?” Infatti ho passato pochissimo tempo tra le
ragazze bone del pomeriggio e le cellulitiche del mattino. Sono stato a
Rivabella (confine con Viserba) e Igea Marina (confine con Torre Pedrera). Un
mare limpido, frizzantino, da godere. Tra le varie “Salus”, e qui in provincia
di Rimini ne abbiamo bisogno, e le spiagge libere, si dipana un panorama
splendido, non monocorde come la spiaggia di Rimini, inframmezzato da coppie
con pargoli, e quarantenni che la pancetta non sanno cosa sia. Ho fatto anche
un excursus a Fiorenzuola di Focara, nelle Marche. La spiaggia, per filo-naturisti
e fichi con la goccia, ma anche per me e ho già detto tutto, si raggiunge dopo
un chilometro e mezzo a piedi, dapprima in discesa, fino al 31 agosto si poteva
arrivare con il bus navetta. Io, capitato a settembre inoltrato, al confine con
il Paradiso, ho colto alcune cose con l’occhio corrosivo del derealizzato, quello
che soffre di sintomo dissociativo che consiste nella sensazione di percepire
in maniera distorta il mondo esterno al soggetto e di distinguere gli individui
conosciuti come estranei, quindi del tutto non prevedibile e veritiero. Mi
salvano solo i cosiddetti, lo metto in postilla e quasi pudico. Una motonave,
approdata verso le 13 al mare di Fiorenzuola e ancorata nei pressi delle
scogliere, era un tumore negli occhi e nelle orecchie delle ragazze bon ton,
dei machi dai petti villosi e da gente come me, fuori da tutto ma non dal sito.
Si celebrava l’addio al celibato nella motonave discretamente piena e un DJ
improvvisato (si spera) pronunciava cose da codice penale e da ignoranza furba,
pari a Michele Misseri. “Venite vecchie luride che c’è l’arrotino” e “Siamo
alla sagra della salsiccia”, sono solo due delle frasi perniciose che ha
declamato al microfono e a voce alta lo stolto Dee Jay. Spero solo in quel
pomeriggio. Io facevo il bagno con la mia cultura della vita e del nuoto, cioè
“Vai sempre dove vedi”, e lì scrutavo i becconi, i paganelli e i cefali
sguazzare felici ma con le orecchie lese da quell’imbranato della motonave.
Fortuna che, quando il Monte San Bartolo già dalle 16:00 impedisce al sole di
filtrare, il barcone se n’era andato con il carico di castronerie ad altissimo
volume. Assaporato il paesaggio, il mare e il Monte San Bartolo, purtroppo
quest’anno “vittima” degli incendi dolosi (il troppo bello induce a sporcarlo,
specie in Italia, vedesi le preziose “statue romane”), sono ritornato su, come
natura comanda, in salita e piuttosto in fretta. Il giorno dopo ho telefonato
alla Capitaneria di Porto di Pesaro e mi hanno riferito che la barca, tra
virgolette, poteva attraccare dopo gli scogli, anche se sarebbe dovuta stare a
150 metri dalla riva. Italico papocchio, ho pensato con la mente velata di
tristezza, che il pur solerte e cortese impiegato ha cercato di alleviare.
Fiorenzuola di Focara è un Paradiso, una delle ultime oasi rimaste in odor di
Romagna, non imbrattiamola con frasi oscene nell’aria e con attracchi che
impediscono la visione completa del mare.
Poi ho
saputo che dopo gli scogli c’è una corrente, nel tratto denominato “Il
triangolo di Focara”, che ti porta al largo e anche un derealizzato si potrebbe
ritrovare nuotando per la sopravvivenza. Il Monte San Bartolo, con i suoi
alberi decennali che hanno bisogno di acqua, si protende tranquillo a coprire i
tesori della spiaggetta, che sente suoi e, seppur vilipeso dagli incendi, trova
la forza di continuare sbirciando le bagnanti pettorute e la gente come me, che
ha nei polpacci e nei polmoni il suo unico credo. Ciao Fiorenzuola, e spero,
conto di vederti il prossimo anno intonsa e senza suoni gracchianti da motonavi
indegne e incendi che possano maciullare il tuo vecchio “difensore”, il Monte
San Bartolo. A presto.
Sai che ho scoperto solo da pochi anni il Parco del San Bartolo?
RispondiEliminaIo l' ho paragonato come bellezza alla Costiera Amalfitana.
Ciao Ettore...attento alle correnti insidiose che ti portano al largo, saresti poi costretto a chiedere aiuto alla barca del dee jay.
Riciao.
Cara Paola, io conosco il nome della motonave, ma non ho fatto menzione. Davvero era un deterrente per stare a godere di un panorama unico. Anche io è la prima volta che scendevo di sotto...speriamo che Fiorenzuola diventi Romagna, egoisticamente, ma so che è poco probabile. Altrimenti anche Rivabella e Bellaria sono posti belli per un mare ancora pulito. Ciao
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